alta montagna

23.06.2015 – Alpi Cozie – Monviso (3841 m) - Cresta Est

Gruppo: Alpi Cozie

Regione: Piemonte

Località di partenza: Pian del Re

Struttura d'appoggio: Rifugio Quintino Sella (2640 m)

Esposizione: Prevalente Est

Sentieri utilizzati: V13 fino al Rifugio Sella e V24 per il ritorno al Rifugio

Massima elevazione raggiunta: 3841 m

Dislivello Totale: 1821 m

Dislivello della via: 1100 m

Dislivello comprensivo di risalite/discese: 1250 m dal Rifugio Sella

Sviluppo complessivo 6 km dal Rifugio Sella

Riferimento cartografico: Carta 106 Istituto Geografico Centrale

Difficoltà: AD max IV°

Attrezzatura utilizzata: 1 Corda 60 m; picozza; ramponi; qualche friend; 3-4 rinvii.

Tempi di percorrenza: 5-6h dal Rifugio alla vetta; 2h 30' la discesa fino al Rifugio

Descrizione generale
Il Monviso è la cima più alta delle Alpi Cozie e, assieme al Cervino, è la piramide rocciosa più nota dell'arco alpino anche grazie alla sua visibilità da gran parte della Pianura Padana occidentale. Della storia di questa montagna sono intrisi i libri di alpinismo e noi non sapremmo aggiungere molto a tutto quello che già è stato scritto.
Io e Daniele ricordiamo la nostra prima ascesa al Monviso, il 9 Luglio 2006. La data si ricorda facilmente: quella sera c'era la finale Italia-Francia e noi, non patiti del calcio, eravamo entrambi al Rifugio Sella per salire il Monviso. Allora non ci conoscevamo e questa cosa l'abbiamo scoperta anni dopo. Destino ha voluto che mi ritrovassi qui con il mio compagno di alpinismo e l'amico Jag per questa cresta est nata per caso. L'idea era di prendere lunedì e martedì di ferie per fare la traversata dal Piccolo al Grand Paradiso, ma le previsioni in Val d'Aosta ci hanno sconsigliato. Valutiamo il Pale Rosse al Gran Zebrù, ma anche lì il meteo ci scoraggia. Un po' più a sud del Gran Paradiso sembra esserci tempo più stabile, forse peggiore martedì pomeriggio, ma se partiamo presto dovrebbe tenere.
Così ci troviamo lunedì mattina con questa meta: la Cresta Est del Monviso. E' un'ascensione consigliata in stagione avanzata, da fine Luglio in avanti. A fine Giugno non sarà certo pulita dalla neve, ma ci sembra che qualche canale innevato possa solo aggiungere piacere alla salita. La partenza di lunedì mattina è in tutto relax; oggi dobbiamo solo raggiungere il rifugio dal Pian del Re (2020 m). Partiamo dalle sorgenti del Po poco prima di mezzogiorno, il sentiero V13 è ben marcato e sale piacevolmente fino ai laghi Fiorenza (2113 m) prima e Chiaretto successivamente (2261 m). Da qui a tratti si trova neve da calpestare, ma la traccia è ben evidente e si sale ancora con le scarpe leggere.
La salita procede senza fretta e incrociamo pochi escursionisti per lo più di ritorno dal rifugio. Al rifugio siamo solo noi tre e abbiamo da passare il tempo, finché c'è sole ammiriamo il panorama, poi rientriamo nell'accogliete rifugio e aspettiamo l'ora di cena. Il piano per domani è: sveglia alle 4, colazione e subito verso l'attacco.
Come da programma, frontali in testa, la mattina ci trova a risalire il cono di sfasciumi che porta verso la base della cresta est. Fuori programma, invece, la temperatura mite che ci permette di non patire il freddo iniziale.
Gli sfasciumi sono ancora ben ricoperti di neve indurita dalla notte e dobbiamo calzare i ramponi per raggiungere l'attacco indicato da un chiodo con bollo giallo di non immediata individuazione sulla destra del canale.
Da qui togliamo i ramponi e risaliamo i facili risalti ancora slegati, in breve siamo su terreno dove si può camminare seguendo gli sporadico bolli. La linea di cresta è comunque intuitiva, di massima in direzione Ovest. Procediamo senza problemi per canalini o aggirando piccoli risalti fino in prossimità del torrione Saint Robert. Qui per superare un tratto verticale di una decina di metri (IV grado) ci leghiamo e facciamo un tiro di arrampicata fino alla sosta già esistente alla fine del muretto. Proseguiamo fino alla base del torrione che decidiamo di aggirare, il canale alla base è ben innevato e la neve è compatta. Picca e ramponi sono raccomandabili per superare questo tratto ripido.
Riguadagnata la cresta rocciosa proseguiamo ancora su terreno non impegnativo, ma molto panoramico. La salita è particolarmente appagante per la bellezza del paesaggio e la solitudine di questa selvaggia linea. Aggiriamo i piccoli risalti, un tratto in discesa richiede una breve doppia e poi raggiungiamo un passaggio obbligato che ci costringe ancora a un tiro di corda prima di accedere al tratto finale, non impegnativo, ma dove la cresta si fa più vaga e bisogna valutare meglio quando passare sul versante destro e quando su quello sinistro. Ci muoviamo comunque su terreno facile anche se un po' detritico fino a ricollegarci, in prossimità della vetta, alla via normale.
Gli ultimi metri non presentano difficoltà, in vetta siamo soli, purtroppo un po' di vento non ci permette di goderci appieno il momento e cominciamo presto la discesa per la via normale che non deve essere sottovalutata, soprattutto considerato il forte innevamento. Le previsioni meteo e il cielo grigio ci sconsigliano soste: superiamo il bivacco Andreotti e ci concediamo un pausa solo sulla piana prima del passo delle Sagnette. Ormai la neve è finita, raggiungiamo passo e da qui discendiamo per la ferrata fino al sentiero V24 che in breve ci riporta al rifugio. Il meteo sembra reggere e ci concediamo una lunga pausa e un buon pasto prima della discesa fino al Pian del Re.
Il meteo ha tenuto, la meta scelta all'ultimo momento e la cordata affiatata, personalmente prima che tecnicamente, ci hanno regalato una soddisfazione che in questo 2015 sarà (alpinisticamente parlando) una delle poche che riusciremo a prenderci. Le montagne restano lì ad aspettarci, quest'anno abbiamo avuto impegni diversi forse più importanti, forse solo più urgenti, comunque belli, che ci hanno assorbiti. Rientriamo appagati e consci che quando ci sveglieremo ancora all'alba per legarci alla stessa corda la Montagna ci regalerà nuove e sempre intense emozioni. Senza curarsi di dove saremo stati negli utimi tempi...

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