roccia

05.08.2012 - Alpi Apuane - Pizzo Uccello (1781m) - Via Oppio/Colnaghi (o Via Classica)

Gruppo: Alpi Apuane

Regione: Toscana

Locaità di partenza: Minucciano (LU)

Struttura d'appoggio: Rif. Donegani

Esposizione: Nord

Sentieri utilizzati: n. 187, 181, 190, 180

Massima elevazione raggiunta: 1781m

Dislivello Totale: 980m

Dislivello della via: 630m

Difficoltà: D+ - IV+/V+

Attrezzatura utilizzata: friends vari e cordini

Tempi di percorrenza: 1 h. 40' per l'attacco - 10 h. la via - 2 h. la discesa

Descrizione generale
Il pizzo uccello è la più settentrionale delle cime delle Alpi Apuane e sicuramente la nord, con i suoi quasi 800 metri di altezza e 2 km di lunghezza, è la sua parete più famosa.
Benché già citato nel 1883 dall’allora vice presidente dell’Alpine Club Francis Fox Tuckett (in occasione dell’ascensione della Pania), la storia alpinistica del Pizzo Uccello inizia solo nel 1922.
A quell’anno risale, infatti il primo tentativo di salita della nord ad opera di Piantanida e Stagno. Il successivo tentativo del 1925 e quello vittorioso del 1927, con uscita sulla cresta di Capradossa, disegnano la “via dei genovesi” che percorre un canale parallelo alla cresta per uscire in vetta.
Una linea più diretta sulla nord viene aperta da Oppio e Colnaghi nel 1940 e rappresenta tutt’ora la più ripetuta, e una delle più belle, delle vie su questa imponente parete.
La linea di salita è logica, sfrutta i punti deboli della montagna in un susseguirsi di camini e spaccature che richiedono sempre la massima attenzione sia per la chiodatura essenziale che per la qualità della roccia non sempre ottima.
È fondamentale avere con se friend e cordini. Tutte le soste sono attrezzate, anche se, in alcuni, caso può essere utile rinforzarle.
Quando abbiamo ripetuto la via erano presenti i resti di alcuni spit alle soste, non sappiamo se rotti dalle scariche o da “schiodatori”. In via sono presenti anche soste che risultano essere superflue.

Attacco, Descrizione della via
Seguire l’autostrada A15 fino all’uscita di Aulla. Svoltare subito a destra e poi a sinistra seguendo di cartelli per Fivizzano.
Dopo qualche chilometro seguire per Casola in Lunigiana e infine per Minucciano. Oltrepassato il paese, subito dopo una galleria svoltare a destra (indicazioni per “Orto di Donna") al successivo bivio girrare a sinistra verso i rifugio Donegani dove finisce la strada (sbarra).
Giunti al rifugio la strada è sbarrata e occorre proseguire a piedi. Qualche centinaio di metri dopo il primo tornante sulla destra, inizia il sentiero 187 (indicazioni sulla roccia per la Foce Sìggioli).
Da questo punto salire nel bosco sino a giungere sulla cresta di Capradossa (1380 m). Seguire per poche decine di metri il sentiero 181 che porta all’inizio della ferrata intitolata a Domenico Zaccagna (sentiero attrezzato 190 - da percorrere in discesa). La struttura metallica sommitale della ferrata è ben visibile e di facile identificazione una volta in prossimità della cresta.
La ferrata termina ai “Cantoni di neve vecchia” e da qui ci si dirige verso la base della parete. A circa un terzo della parete si può notare una depressione sotto la quale si forma un caratteristico tetto a freccia poco sopra l’inizio della parete.
Da questo punto risalire circa un centinaio di metri verso sinistra (viso a monte), ignorare un cordino a 6-7 metri di metri da terra, su una placca lavorata (attacco della variante dei fiorentini) e proseguire fino ad un piccolo ripiano subito prima che inizi una zona di grandi placche, è possibile vedere il primo chiodo sulla destra a circa 4 metri d’altezza.

1° tiro:
salire verticalmente per qualche metro puntando all'evidente chiodo. Aggirare lo spigolo a destra e poi salire in direzione di un diedro oltre il quale si traversa a sinistra. Salire una paretina sino alla sosta sovrastante (2 chiodi con cordino). 35 m, IV°+, 2 chiodi.

2° tiro:
salire obliquando verso destra lungo una rampa. Sostare in corrispondenza di un terrazzino alla base di un diedro (2 chiodi con cordone). 25 m, III°, IV°. Non proseguire nel diedro poiché qui inizia la via Diretta dei Pisani. 25 m, III°+.

3° tiro:
seguire la rampa erbosa verso sinistra sino ad un diedro. Attenzione che la rampa continua. Salire il diedro, superare quel che resta di una vecchia sosta e raggiunge un alberello su cui si può attrezzare una sosta (vecchio cordino). 40 m, II°, III°, 1 chiodo.

4° tiro:
ancora lungo la rampa; e salire delle placche sino a giungere in sosta formata da 3 chiodi uniti da un cordone. 15 m, III°, 2 chiodi.

5° tiro:
ancora lungo la rampa obliqua. Si supera un diedrino molto corto ma con passo delicato. Alla base del diedrino c’è un friend incastrato che, a nostro avviso, serve a poco, meglio rinviare “alti” nel diedrino con friend 2 BD. Sosta poco dopo l’uscita del diedrino 15 m, III°, IV°, 1 chiodo, 1 friend incastrato.

6° tiro:
Salire nel canale che man mano si stringe sino a diventare camino. Dove diventa troppo stretto si sosta su due chiodi sulla destra. 30 m, III°, III°+, 1 chiodo (sulla sinistra del canale).

7° tiro:
salire lo stretto camino per poi trovare la sosta sulla sinistra prima di uscire su una rampa detritica. Sosta su due chiodi. 30 m, IV°, III°, 2 chiodi. È possibile anche proseguire sulla rampa e attrezzare una sosta lungo la rampa stessa.

8° tiro:
Risalire la rampa detritica sulla destra prestando la massima attenzione ai sassi che, se smossi, si infilano nel camino appena percorso (e che percorrono le cordate che seguono). Riportarsi poi verso sinistra alla base del camino successivo. Sosta su due chiodi. 30 m, III°, 3 chiodi

9° tiro:
ancora lungo il camino con difficoltà sostenute fino a dove si chiude; alzarsi il più possibile ed uscire sul lato sinistro dove si trova una rampa con fessura che conduce a una terrazza detritica dove sulla destra, sopra la sosta, vi è scritto in vernice rossa "Lotta continua". 40 m, III°, IV°+, 4 chiodi.

10° tiro:
salire il camino di destra quando il camino si apre seguire i chiodi che permettono di uscire a destra (secondo alcune relazioni possibile uscire anche a sinistra superando uno strapiombio – soluzione non verificata). Obliquare poi a sinistra, e in traverso sempre a sinistra per 3 metri raggiungere un terrazzino .. Si sale alcuni metri in un camino fino alla sosta su chiodi con cordino. E' possibile traversare a sinistra prima dello strapiombino rientrando subito nel camino, si vedono 2 chodi. Sembrerebbe più semplice ma non sappiamo come sia. 55 m, IV°+, IV°, 6/7 chiodi (di cui uno instabile).

11° tiro:
Si sale il camino sino a quando diviene strapiombante. Qui, atleticamente, si traversa verso destra (eventualmente azzerabile) uscendo su facili rocce da risalire fino alla panoramica sosta su 2 chiodi. 40 m, IV°, V°+, IV°, 5 chiodi. Se la corda non diventa troppo “dura” è possibile proseguire ancora 7-8 metri fino a una seconda più comoda sosta.

12°-13° tiro:
proseguire senza via obbligata rimontando rocce abbastanza semplici, noi siamo partiti subito alti dalla sosta trovando difficoltà più sostenute probabilmente aggirabili a destra. Si prosegue superando la scritta “Potere alle masse” dove ci si sposta sulla destra. Si raggiunge un terrazzino alla base di un diedro verticale con sosta su chiodi. Necessario realizzare una sosta intermedia (chiodo più rinforzo). Complessivamente 70-75 m, chiodi

14° tiro:
salire la parete a destra della sosta superando un tratto strapiombante su buoni appigli alla cui stabilità si deve, però prestare attenzione e puntanto a un friend incastrato (cordino visibile). Traversare a sinistra e, prima del diedro, si trova una sosta su chiodi scomoda che consigliamo di non affollare. Anziché proseguire nel diedro è preferibile sostare per evitare eccessivi angoli alla corda. 15 m, V°, V°+, 1 chiodo, 1 friend incastrato.

15° Tiro
Attraversare a sinistra con l’aiuto di una bella presa nascosta tra l’erba e risalire il diedro fino a una sosta su 2 chiodi. 20 m, IV-° 1 chiodo.

16° tiro:
salire obliquando a sinistra per facile rampa sino all’imbocco di 2 evidenti camini. Si sosta su due chiodi con cordone . 30 m, III°, II°, 4 chiodo.

17° tiro:
Salire il canale/rampa a destra subito sopra la sosta. Una volta rimontato inizia un canale più grosso fino alla cresta nei tiri successivi. Risalire con facilità il canale fino a un passaggio pù delicato sul lato destro del canale che si supera alzandosi e uscendo sulla sinistra. Subito dopo sosta su 3 chiodi. 50 m, III,-IV, 4 chiodi.

18° tiro:
Riportarsi nel camino, superare i due chiodi di sosta che si incontrano sulla sinistra e spostarsi a destra riprendendo a salire con bellissima spaccata il camino che diviene sempre più verticale. Verso il suo termine un paio di passi in leggero strapiombo (friend incastrato) permettono di raggiungere rocce più semplici e sostare. 45 m, IV°, IV°+,2 chiodi un friend incastrato.

19° tiro:
Seguire il canale di sinistra, dalla sosta è visibile un chiodo in alto sul lato sinistro del canale. Raggiunto il chiodo si traversa a destra (chiodi) e si esce dal canale su rocce più facili. Facendo attenzione ai sassi instabili salire verso destra raggiungendo una sosta su due chiodi un po’ vecchia e da rinforzare (con cordini lunghi è possibile collegare un chiodo buono un metro più in alto). 30 m, III°, IV-, 4-5 chiodi.

20° tiro:
proseguire nel canale seguendo la linea dei chiodi ben visibili. Salire un caminetto articolato e non banale sino al suo termine. Spostandosi sulla sinistra su un masso incastrato si trova un chiodo “nascosto”. Si esce tornando a destra e, rimontando facili rocce, si raggiunge la cresta Ovest dove si sosta su di uno spuntone (volendo chiodo rosso sulla sinistra). 55 m, III°, IV°, III°, II°, 7-8 chiodi.

21° tiro:
Sul lato sinistro si attacca la cresta finale in corrispondenza di un chiodo che consigliamo di non rinviare, o di allungare molto, per evitare frizione. Tenendosi leggermente sulla sinistra si trovano due chiodi, ci si sposta sulla destra e si esce sulla comoda sosta a chiodi. Tiro non difficile, ma estremamente delicato per l’instabilità di tutte le prese e gli appigli. Saggiare ogni moviemnto prima di caricare gli appigli, anche quelli che sembrabo più sicuri. 20 m, III° 2 chiodi.

22° tiro:
Si prosegue sulla destra in un canale di rocce facili e meno instabili. Al termine del canale si rinvia al sosta e si prosegue uscendo sulla sinistra e arrampicando su terreno facile fino a due chiodi lontani (un po’ sulla destra) su cui si può sostare prima di uscire in vetta per facile camminamento. Questa soluzione è consigliata piuttosto che l’uscita diretta in vetta che costringe a una gran fatica (su ghiaietta) per la frizione della corda. 40 m, II°-III°, 3 chiodi, 1 sosta intermedia.

Proseguire fino a raggiungere la vetta del Pizzo D'Uccello.

Discesa
Dalla vetta scendere mediante la via Normale (bolli rosso-bianco) che corre lungo la cresta in direzione sud fino a giungere a un bivio per la fonte Sìggioli (vernice su masso). Ignorare la deviazione proseguire verso destra lungo la cresta. Prendere la prima deviazione a sinistra nel bosco. Da qui si raggiunge una palina con le indicazioni per il rifugio Donegani. Scendere a sinistra (sentiero n. 180) in direzione delle cave di marmo di "Orto di donna" e del rifugio Donegani.
Attraversare le cave e, raggiunta la strada asfaltata, seguirla per qualche centinaio di metri fino a un sentiero che, sulla destra, porta di fronte al rifugio.

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