roccia

12.08.2012 - Alpi Orobie - Pizzo della Presolana Centrale (2517m) - Via Bramani Ratti

Gruppo: Alpi Orobie

Regione: Lombardia

Locaità di partenza: Passo della Presolana (BG)

Struttura d'appoggio: Bivacco Città di Clusone

Esposizione: Sud Ovest

Sentieri utilizzati: n. 315

Massima elevazione raggiunta: 2370m

Dislivello Totale: 320m

Dislivello della via: 320m

Difficoltà: V / V+

Attrezzatura utilizzata: serie di friends e cordini

Tempi di percorrenza: 20' per l'attacco - 3 h. 30' la via - 1 h. le doppie

Descrizione generale
La Presolana, massiccio calcareo delle Prealpi bergamasche che raggiunge un’altitudine di 2521 metri in corrispondenza della sua vetta più alta (Presolana occidentale), venne scalata per la prima volta il 4 ottobre del 1870 ad opera di Carlo Medici, Federico Frizzoni e Antonio Curò attraverso la via Normale.
La parete nord venne vinta dalla guida Manfredo Bendotti 1899, in compagnia di Pellegrini e Albani.
La via Bramani-Ratti sale, invece, la Presolana centrale ed è uno degli itinerari più famosi dell'intero massiccio della Presolana. Aperta nel 1943 da Vitale Bramani (a cui si deve l’invenzione della suola “a carroarmato” e del Vibram che prende, appunto, il suo nome VItale Bramani) e da Vittorio Ratti sale lungo il pilastro a sinistra dello Spigolo Sud ed è stata oggetto di numerose varianti.
L’itinerario proposto è, a nostro avviso, il più interessante: percorre la via originaria per i primi 6 tiri e la variante Scandella (legata al forte alpinista locale Renzo Scandella) negli ultimi 2, dove la via originaria procede per detritici canali.
In via è presente una buona chiodatura. Le soste non richiedono ancoraggi di rinforzo, al limite cordini per doppiare quelli vecchi e sono tutte attrezzate con maglia di calata.

Attacco, Descrizione della via
Dal bivacco Città di Clusone raggiungere la vicina e ben visibile Cappella Savina (eretta su progetto di Battista Martinelli in memoria di Savina Barzasi deceduta nell’ottobre del 1957 in vetta alla Presolana).
Da qui ridiscendere brevemente in direzione della baita Cassinelli (sentiero 315) tenendosi sulle traccia di sinistra (viso a valle) sotto i pilastrini della Presolana Centrale, indicazioni “difficile Visolo” con vernice su un masso. Prima dell’evidente spigolo sud risalire per tracce non obbligate e facili roccette fino al cono detritico che separa l’attacco della via Longo e della Bramani Ratti (2124 m).
Suggeriamo di indossare il casco prima di risalire verso il cono, piccoli sassi sono caduti anche in assenza di cordate sopra di noi.
Considerata la frequente presenza di nebbia in zona riportiamo, per chi fosse alla prima uscita in zona (e in possesso di un GPS), le coordinate del zona degli attacchi delle due vie (45° 57,2636’ N; 10° 04,0217’ E – WGS84).
In questa posizione conviene imbragarsi e, eventualmente, lasciare gli zaini. Si sale alla base del primo pilastro della Bramani Ratti a sinistra (viso a monte) del canale che lo separa dalla Pizzo della Presolana vero e proprio. Per facili risalti si raggiunge una sosta attrezzata dove comincia la via.

1° tiro:
dalla sosta rimontare la placca per pochi metri fino a una fessura diedro protetta con 2 chiodi visibili. Seguire la fessura e uscire a destra con un passo atletico. Proseguire per rocce più semplici fino alla sosta (chiodo e clessidra). 30 m., IV°+, III°, 2 chiodi.

2° tiro:
salire la placca ben ammanigliata sopra la sosta con percorso non obbligato. Traversare a destra puntando a una sosta intermedia già visibile dall’inizio del tiro (leggermente spostata sulla destra rispetto alla precedente sosta). Rinviare la sosta e uscire a destra sullo spigolo che si segue con facile arrampicata fino a una sosta sullo spuntone sommitale dell’avancorpo. 50 m., III°+, IV-°, 4 chiodi.

3° tiro:
Aggirare a sinistra lo spuntone e disarrampicare per 2-3 m fino all’esile cresta che separa l’avancorpo dal pilastro. Attraversare la facile cresta, ma aerea e rimontare la placca ben ammanigliata (chiodo) fino a giungere ad un ripiano erboso dove si sosta. 20 m., III°-, I°, 1 chiodo.

4° tiro:
Obliquare verso sinistra fino a trovare un chiodo dopo 5-6 m e risalire, con facile arrampicata, le rocce soprastanti. Puntare al diedro rossastro che conduce alla caratteristica lama che attraversa interamente la base del sovrastante tetto (la sosta è alla base del diedro). Per aggirare la pancia strapiombante sotto il diedro seguire la lama verso destra e rimontare verso sinistra per facili roccette. 40 m., III°, III°+, 2 chiodi.

5° tiro:
Rimontare brevemente dalla sosta al primo chiodo con anello. Da qui traversare a sinistra e entrare nel diedro che si segue per alcuni metri. Uscire verso destra e proseguire sulla placca tecnica (V°) fino ad raggiungere l'evidente lama rossastra che si stacca dalla parete. Sfruttando la lama e qualche buco sulla parete come appiglio, si giunge in sosta con una traversata di circa 15 metri su cui si deve prestare attenzione alla stabilità di alcuni appigli/appoggi sulla lama. 35 m., V°, IV°+, 4 chiodi. Questo è l’unico tiro su cui sono stati utili i friend grossi (2-3 BD).

6° tiro:
Obliquare verso destra puntando a un chiodo a pochi metri dalla sosta. Aggirare lo spigolo e rimontare la fessura strapiombante con passi atletici (possibilità di A0). Lungo la fessura si trovano ravvicinati: un chiodo, una clessidra attrezzata con cordone e un friend incastrato. Rinviato il friend, leggermente a sinistra in alto è visibile il foro di una ulteriore clessidra (non attrezzata) a cui puntare per una ulteriore (a nostro avviso provvidenziale) rinviata. Da qui con facile arrampicata si prosegue fino alla sosta su un comodo terrazzino sopra la verticale della sosta precedente. 30 m., V°, IV°+, 2 chiodi, 1 clessidra con cordone, 1 friend incastrato, 1 clessidra da attrezzare.

7° tiro:
La via originale si sposta a sinistra. Noi abbiamo proseguito per la variante Scandella che, oggi, sembra essere la soluzione più ripetuta rispetto a percorre il canale originario. Dalla sosta rimontare direttamente la placca sovrastante per circa 10 metri. Da qui con arrampicata atletica proseguire lungo una fessura verticale per un paio di metri al termine della quale si trovano 2 chiodi collegati con cordone. Traversare brevemente a destra con l’aiuto di una lama rovescia (chiodi) e risalire il diedro obliquo verso destra. Al suo termine di trova una sosta da rinviare e si prosegue con arrampicata più semplice sinistra fino a raggiungere un terrazzino, oltre un piccolo sperone, dove è situata la sosta. 40 m., V°+ sostenuto, 6 chiodi, 2 clessidre, 1 sosta nella quale rinviare.

8° tiro:
Traversare pochi metri verso sinistra e risalire con facile arrampicata la rampa soprastante. Dopo circa 20 m si raggiunge una sosta intermedia sotto uno strapiombo da aggirare a destra. Si prosegue cercando i punti di maggiore debolezza della via con possibilità di rinviare su clessidre da attrezzare fino a entrate in un breve diedro. Uscire dal diedro con passo tecnico (chiodo con anello) e raggiungere la sosta sul comodo terrazzino. 45 m., III°+, V°+, 2 chiodi, 1 clessidre con cordone e 1 sosta nella quale rinviare.

Qui finisce la via. Molte relazioni descrivono l’uscita sulla vetta della Presolana con arrampicata su facili roccette, creste e canali. Tuttavia la Presolana è ben nota per le nuvole che la imberrettano quasi costantemente (meno frequentemente nel periodo autunnale), dopo mezzogiorno o al massimo la una del pomeriggio. Noi abbiamo trovato nebbia già a metà mattina durante la salita. L’uscita in vetta è consigliabile solo con buona visibilità o con una ottima conoscenza del percorso per il forte rischio di perdersi. Considerate le condizioni abbiamo optato per la discesa in doppia lungo la via.

Discesa
Dalle relazioni riportiamo che, se si raggiunge la vetta la discesa avviene verso est per sentiero sino a raggiungere l'intaglio che divide la Presolana Centrale dalla Presolana Orientale.
Da qui si prosegue per il canle Bendotti sino ad incontrare il sentiero che conduce alla Baita Cassinelli.
Al bivacco Città di Clusone due ragazzi locali ci hanno sconsigliato di percorre il canale poco stabile, ma di proseguire sulla cresta fino al Monte Visolo per ridiscendere sull’altro versante e, poi, nel bosco verso al baita Cassinelli.
Queste soluzioni non sono state provate da noi, che abbiamo optato per la calata in doppia.

I doppia:
dalla sosta S8 calarsi alla sosta S7 ignorando la sosta intermedia;

II doppia:
dalla sosta S7 calarsi alla sosta S6 lungo la verticale;

III doppia:
dalla sosta S6 calarsi con aerea doppia lungamente nel vuoto sino a raggiungere una sosta non utilizzata durante la salita e fuori dalla linea della via.
Una volta terminata la parte nel vuoto si trova facilmente la sosta proseguendo in verticale per una quindicina di metri. Attenzione!
Noia avevamo corde sa 60 m, con le 50 m si potrebbe essere un po’ al limite;

IV doppia:
scendere in direzione del canalone a destra sino a trovare una sosta a chiodi con maglia di calata su sulla destra (viso a monte) in corrispondenza di un ampia terrazza;

V doppia:
con corde da 60 m si giunge in prossimità dell'attacco che si raggiunge con facile e breve disarrampicata.
Con corde da 50 m è consigliabile fermarsi in corrispondenza di un cordone rosso con maglia di calata su una grossa clessidra in una bella nicchia ed eseguire un’ulteriore calata.

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