roccia

17.07.2013 - Zucco di Campelli (2161 m) - Via Mauri Castagna

Gruppo: Prealpi Lombarde

Regione: Lombardia

Località di partenza: Barzio (LC)

Struttura d'appoggio: Rif. Lecco

Esposizione: Nord

Sentieri percorsi: Valle dei Camosci

Massima elevazione raggiunta: 2161 m

Dislivello Totale: 450 m (Dai Piani di Bobbio)

Dislivello della via: 150 m

Difficoltà: 6b

Attrezzatura utilizzata: Normale da arrampicata

Tempi di percorrenza: 1 h per l'attacco - 2 h. la via - 1h la discesa.

Descrizione generale
Sopra i Piani di Bobbio si erge la struttura rocciosa di cui lo Zuccone Campelli è la cima più elevata e importante. Il gruppo si estende inizialmente da nord a sud e, dopo lo Zucco di Pesciola, verso ovest formando un semicerchio roccioso che abbraccia l'alta Valle dei Camosci. Le eleganti torri rendono la zona delle Dolomiti in miniatura raggiungibili rapidamente dai Piani di Bobbio, dove arriva la cabinovia da Barzio. E' possibile risalire a piedi da Barzio o sfruttare la comoda cabinovia.
Alpinisticamente il gruppo si divide nel dente dei Camosci (2161 m), lo Zuccone Campelli (2170 m - quota massima) e lo Zucco di Pesciola (2096 m).
Queste strutture sono separate da canali e camini che ne evidenziano le sagome.
Da nord si individuano: il canalone della Forcella, il canalone SEM, il canalone dei Camosci e il canalone della Madonna che separa lo Zuccone Campelli e lo Zucco di Pesciola
Le vie sono state tutte riattrezzate a resinati, le soste sono anch'esse su resinati con anello di calata, benché la conformazione non suggerisca la calata in doppia (rischio incastro). L'ottima chiodatura, che purtroppo snatura un po' l'anima classica delle vie, rende superfluo il ricorso a qualsiasi integrazione delle protezioni.
Oltre al Rifugio Lecco ci sono possibilità di appoggiarsi alle strutture presenti ai Piani di Bobbio.
La storia alpinistica di queste strutture è legata a personaggi unici che hanno contribuito a realizzarla, Eugenio Fasana, Vitale Bramani, Riccardo Cassin, Emilio Comici, Mary Varale, Mario Dell’Oro "Boga", Leopoldo Gasparotto, Carlo Mauri, Eugenio Vinante, Manlio e Ettore Castiglioni. Ciascuno nella sua epoca ha tracciato linee di salita l'una vicina all'altra, soprattutto prima della guerra.
Dopo l'inevitabile pausa nel periodo di guerra è proprio il sedicenne Carlo Mauri che, in compagnia di Luigi Castagna, apre nel 1947 una via lungo gli strapiombi del pilastro sud.
Nel 2005 la Casa delle Guide di opera un'intensa risestamazione delle vie, ora chiodate con resinati e soste con catena. I tracciati si snaturano un po', ma l'arrampicata resta piacevole e avvicinabile anche da chi non ha dimestichezza con le protezioni veloci o la necessità di chiodare.

Attacco, Descrizione della via
Da Barzio si seguono le indicazioni per i Piani di Bobbio dove è disponibile un ampio parcheggio (a pagamento) alla stazione a valle della cabinovia (prima corsa alle 8.30).
Raggiunti i Piani di Bobbio di prosegue per il Rifugio Lecco e per la evidente Valle dei Camosci al cui termine si nota lo Zuccone Campelli.
La valle si raggiunge dal rifugio percorrendo inizialmente il tracciato della pista "delle marmotte" e successivamente per tracce.
L'attacco della via si trova pochi metri a sinistra del canalone SEM e si raggiunge con percorso non obbligato dalla cengia erbosa sotto il Campelli traversandola verso destra (tracce di sentiero salgono sul versante opposto). L'attacco della via si identifica facilmente: presenza di un chiodo arancione e della scritta "Mauri Castagna".


1° tiro:
Si attacca in corrispondenza della scritta su un pilastrino di roccia compatta. La relazione che avevamo dava 5a, nostro avviso anche se solo per pochi metri ci sono passi di grado più alto. Superato il pilastrino si guadagna una cengia detritica con comoda sosta con catena. 25 m, 5c, 4 fittoni

2° tiro:
Si prosegue lungo lo spigolo e si punta alla base dell'evidente diedro del terzo tiro. 30 m, 5a, 5 fittoni.

3° tiro:
Si risale il bel diedro ammanigliato. Le caratteristiche del luogo ci fanno pensare che le probabilità di trovarlo asciutto siano piuttosto remote. Ovviamente lo abbiamo trovato bagnato. L'arrampicata è facile, ma la roccia un po' instabile e il bagnato richiedono una certa attenzione. 30 m, 4b, 7 fittoni, 1 clessidra.

4° tiro:
Risalire il diedro inizialmente a sinistra, poi con passo non banale in traverso verso destra su roccia delicata. Con grande continuità si segue il diedro leggermente strapiombante fino alla sosta. 30 m, 6a, 8 fittoni.

5° tiro:
Direttamente sopra la sosta su placca strapiombante, dapprima su roccia che richiede di verificare la solidità degli appigli. Pochi metri che richiedono decisione per affrontare passi sostenuti. dopo i primi 4 fittoni più facile fino all'uscita in sosta. 15 m, 6b, 5 fittoni.


Dalla sosta sulla sinistra si individua un vecchio anello e un fittone. Raggiungerli per poi deviare a destra (ometto) e aggirare uno sperone fino a raggiungere delle catene. Da qui verso sinistra si raggiunge in pochi minuti la vetta dello Zuccone Campelli.

Discesa
Dalla vetta, in direzione sud, tornare alle catene all'uscita della via e seguire la cresta fino a poco prima di una cima su cui è posta una campana. Dalla sella sotto la cima discendere a sinistra per canalone detritico. Se si sono lasciati gli zaini alla base della via è necessario risalire per circa 150 m, altrimenti si continua la discesa per evidente traccia verso il Rifugio Lecco.

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