scialpinismo

26.04.2013 - Valfurva - Punta Cadini, Parete Nord (3524 m)

Gruppo: Alpi Retiche Meridionali

Regione: Lombardia

Località di partenza: Rifugio Ghiacciaio dei Forni

Struttura d'appoggio: Rifugio Branca

Esposizione: Nord

Difficoltà: BSA

Quota di partenza: 2155 m

Massima elevazione raggiunta: 3524 m

Dislivello Totale: 1386 m

Sviluppo: 14 km

Riferimento cartografico: Carte Tecniche Regionali Lombardia sezioni D2E1, E2A1 e E2A2 (download)

Tempi di percorrenza: 5h 20'

Descrizione generale
La Punta Cadini si trova tra la il San Matteo e la cima di Pejo, lungo la cresta che fa da corona al Ghiacciaio dei Forni, il più ampio ghiacciaio vallivo d'Italia. Tanto la via normale che la parete nord sono vie di media difficoltà che richiedono una valutazione delle condizioni.
La parete nord risale il ripido scivolo che termina poche decine di metri sotto la vetta. La pendenza che, seppure per brevi tratti, arriva a 50° richiede l'uso di piccozza e ramponi per una progressione sicura.
La passerella di legno (non praticabile) sotto la vetta ci fa ricordare chi ha passato gli inverni su questa cima a difesa della linea di confine durante la I guerra mondiale.

Accesso, Descrizione dell’itinerario
Percorrere la Valtellina fino a Tirano, proseguire per Bormio e, attraverso la SS300, raggiungere Santa Caterina Valfurva. Da qui proseguire per il Rifugio Ghiacciaio dei Forni, poco prima, lasciare la macchina negli ampi parcheggi sotto il rifugio.
Si segue brevemente l'ampia vallata in direzione est fino alla piccola diga, da qui si risale in direzione sud-est lungo il percorso del torrente Frodolfo per poi risalire sulla sponda destra idrografica in direzione del Rifugio Branca. Senza raggiungere il rifugio (circa a 2350 m) traversare verso l'evidente conca sotto al morena che permette di guadagnare l'accesso al Ghiacciaio dei Forni.
Mantenendosi sulla destra idrografica risalire il ghiacciaio in direzione della già ben evidente parete nord della Cadini.
Fino circa ai 3000 m la traccia è comune a quella della via Normale; ai 3000 m si devia, puntando più marcatamente a sud, verso la base della parete. La parte si risali inizialmente sci ai piedi (dipende dalla condizioni) fin dove possibile, la linea ideale di salita migliore è da scegliere in base a valutazioni in loco. Tolti gli sci si affronta la parte più ripida, con pendenza massime di 50°, fino a ricongiungersi alla via Normale, lungo la cresta, a circa 3470 m.
Seguire ora la facile linea di cresta, in direzione sud-ovest, fino alla base dell'ultimo panettone di una ventina di metri che conduce in vetta.
1375 m, 4h .
La discesa può essere fatta per lo stesso itinerario di salita (portando la difficoltà della gita da BSA a OSA) o, come abbiamo fatto noi, per la va Normale. Ripercorrere la cresta fino al punto di uscita della Nord e puntare al Colle Cadini. Si aggira così verso Est la parte e si punta al pianoro glaciale a 3000 m già percorso in salita. Tenendosi sulla sinistra del dosso che si protende verso valle da quota 2700 m è possibile raggiungere la piccola diga anche in condizioni di minor innevamento e, comunque, senza racchettare. Percorso consigliato se non si deve rientrare al Rifugio Branca, nella parte bassa si percorre la sponda opposta del torrente Frodolfo.
Tempo di discesa 1h 20'

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