Trekking

13.08.2012 - Alpi Orobie - Passo della Presolana Valle dell'Ombra Valle dei Mulini e ritorno

Gruppo: Alpi Orobie Gruppo della Presolana

Regione: Lombardia

Locaità di partenza: Passo della Presolana (BG)

Struttura d'appoggio: Bivacco città di Clusone

Esposizione: varia

Sentieri utilizzati: n. 32, 315, 318, 319

Riferimento cartografico: Carte Tecniche Regionali Lombardia sezione D4A2 (download)

Massima elevazione raggiunta: 2213m

Quota i partenza: 1297m

Dislivello complessivo: 1310m

Sviluppo complessivo: 12,8km

Difficoltà: E

Tempi di percorrenza: L’itinerario è stato diviso in più giorni, ci siamo fermati due notti al bivacco Città di Clusone per arrampicare sugli splendidi torrioni della Presolana centrale (Via Bramani-Ratti e Via Longo).
I tempi e la descrizione delle singole tratte non tengono conto delle soste, il giro completo può essere fatto in giornata. Totale 4h 00’
1h 40’ dal parcheggio al Bivacco, 30’ dal Bivacco al Passo Pozzera, 1h 05’ dal Passo Pozzera al Colle di Presolana, 45’ dal Colle di Presolana al parcheggio

Descrizione generale
La Presolana è la montagna forse più rappresentativa delle Prealpi bergamasche e una delle più imponenti e caratteristiche strutture delle montagne lombarde.
Si tratta di un poderoso bastione calcareo che si allunga da Est ad Ovest con imponenti pareti che sul lato settentrionale, affacciato su Colere, sfiorano i 500 metri di altezza: una piccola Marmolada.
Anche il lato meridionale presenta alte pareti e una conformazione assai caratteristica fatta di una successione di spigoli e pilastri intervallati da profondi canali.
La lunga cresta sommitale presenta cinque elevazioni principali a partire dalla Presolana di Castione 2474 m che si affaccia sulla sottostante Valle dei Mulini e su Castione della Presolana.
Ad oriente si trova la Presolana occidentale che è la massima elevazione della cresta, 2521 m; procedendo ancora verso Est si trovano la Presolana di Prato 2447 m, la Presolana centrale 2517 m e la Presolana orientale 2485 m.
Inutile dire che questo magnifico complesso dolomitico, sfuggito alle mire dei pionieri inglesi più attratti dalle Alpi, attirò subito le attenzioni dei primi alpinisti bergamaschi.
La vetta fu felicemente raggiunta il 2 ottobre 1870 da una cordata composta dall'ingegnere bergamasco Antonio Curò con il cugino Federico Frizzoni e la guida locale Carlo Medici "... tagliapietre di Castione, statoci raccomandato quale guida esperta dall'egregio amico dottor Giovanni Comotti, distinto cultore di scienze naturali, doveva dirigere la nostra piccola spedizione, mentre il figlio dell'ostessa, robusto giovanotto in sui 20 anni, offertosi di accompagnarci come volontario, recava seco abbondanti provvigioni per tutti quattro."

Dal racconto di Curò sembra di capire che il Medici avesse già scalato la cima, infatti quando la comitiva giunge alla base della parete i dubbi sono forti... "Quelle rupi ci sembravano veramente inaccessibili, ma la guida ci mostrò più in alto, in cima ad un'ultima gianda (ganda N.d.R.), uno di quei così detti camini scavati dal materiale che incessantemente, pel naturale processo di distruzione, si stacca dalle vette e dai fianchi dei monti, massime di quelli di formazione dolomitica, come questo, e precipita a valle. È quello l'unico punto pel quale sia accessibile il baluardo della Presolana dal lato meridionale, e se il Medici non ci avesse ripetutamente assicurati che nella sua gioventù l'avea altra volta ascesa da quella parte, confesso che avremmo ritenuto la cosa impossibile. Con fatica superammo la scoscesa frana, sostando al piede del camino."
Si presenta agli alpinisti il tratto più ostico della salita, la cui descrizione originale è stata intercalata nel testo del percorso descritto di seguito per far meglio apprezzare questo momento della salita a chi la dovesse affrontare.
Tuttavia, in un passaggio successivo del racconto può sorgere qualche dubbio sulla veridicità delle affermazioni del Medici che forse, dicendo di ben conoscere la strada voleva solo infondere tranquillità d'animo nei clienti, comportandosi così da vero professionista.
Dopo qualche altra peripezia il terzetto raggiunge felicemente la cima dalla quale si apre un panorama sconfinato mentre sotto il loro piedi, sul lato meridionale si stende un mare di nebbie traslucido.
Scrive ancora il Curò: "Nessuno di noi tre si sentiva appetito; fu invece vuotata la bottiglia di ottimo Barolo, poi eretto il tradizionale ometto di pietra, alto circa un metro, sotto il quale collocammo la bottiglia, e in questa un biglietto coi nostri nomi e la data dell'ascensione."

Il nome Presolana
Si dice che un tempo, la Presolana era nota come Corna di Polzone e che il suo nome fu cambiato in seguito alle vicende belliche fra i Franchi di Carlo Magno ed i Longobardi di re Desiderio.
Espugnata Pavia e vinto il nemico, Carlo Magno mosse contro Bergamo, distruggendo la rocca del Monte Calla, al posto della quale fece edificare la chiesa di San Giovanni Battista.
Entrato in Valcamonica il re carolingio ne conquistò i maggiori centri, ma a Breno incontrò la strenua resistenza di Cornelio Alano, signore del luogo.
Vista l'impossibilità di resistere a lungo all'incalzare dei Franchi, Alano e le sue truppe si rifugiarono ai piedi della Corna di Polzone. Deciso a non mollare, Carlo Magno li inseguì lungo la Val d'Angolo e, passando per Colere, entrò in contatto con il nemico e lo sconfisse in battaglia, obbligando Alano a convertirsi al cristianesimo.
Da quel giorno, in memoria dell'evento, quel luogo divenne quello dove fu "preso Alano" da cui Presolana.
Un'altra versione fa riferimento ad uno scontro fra truppe romane ed il popolo barbaro degli Alani, sceso a Sud delle Alpi nel 463, ad invadere le terre bergamasche.
La reazione di Roma non si fece attendere e fu inviato un grande esercito che sconfisse i barbari in una sanguinosa battaglia che si svolse alle pendici della montagna.
Il luogo dove furono "presi gli Alani" divenne in seguito Presolana.
Una terza versione, simile alle altre, narra di un certo re pagano di nome Lana che per resistere ai Romani si rifugiò ai piedi della montagna. Anche lui fu "preso" e la vicenda fece nascere il toponimo.

Descrizione itinerario
Da Bergamo: seguire le indicazioni per la Val Seriana e raggiungere il Passo della Presolana attraverso la Strada Provinciale n. 671.
In prossimità del passo superare gli impianti sciistici e parcheggiare nell’ampio spiazzo (parcheggio libero) di fronte alle “Casa per ferie Neve". Da qui proseguire poche decine di metri verso il passo e imboccare una strada asfaltata che si stacca sulla sinistra in salita (indicazioni per “Baita Cassinelli, Cappella Savina, Grotta dei Pagani e Vetta Presolana”).
All’inizio della strada è indicato anche se la Baita Casinelli è aperta. Si segue la strada che diventa sterrata e si supera un primo tornante, in corrispondenza del secondo tornante abbandonare la strada e prendere il sentiero 32 che prosegue dritto nel bosco.
Si transita sotto un traliccio dell’alta tensione e, a quota 1530 m si raggiunge un bivio, l'unico segnavia indica “Passo della Presolana” nella direzione da cui stiamo salendo.
Entrambi i sentieri portano alla Baita Cassinelli, suggeriamo quello di sinistra che si raccorda alla ripida mulattiera subito sotto la baita (quello che sale a destra attraversa un pascolo e spesso è molto sporco). 217 m di dislivello circa 40’.
Dalla Baita Cassinelli si può proseguire per il sentiero 315 in direzione “Capanna Savina, Gotta Pagani, Passo Pozzera”, noi abbiamo seguito le indicazione per la “Valle dell’Ombra” (numero di sentiero non indicato) che risale il versante destro orografico della vallata su facile sentiero, ma con meno indicazioni.
Se si sceglie questa strada attenzione a non seguire le indicazioni per la “Baita Cornetto” che porterebbero su un sentiero sbagliato.
Il bivacco Città di Clusone è ben visibile solo una in prossimità delle stesso, poco sotto la Cappella Savina. 482 m di dislivello circa 1 h.
Dal bivacco “Città di Clusone” raggiungere la vicina e ben visibile Cappella Savina (eretta su progetto di Battista Martinelli in memoria di Savina Barzasi deceduta nell’ottobre del 1957 in vetta alla Presolana).
Da qui proseguire in direzione del passo di Pozzera per il sentiero 315, questa volta sul versante sinistro idrografico della vallata.
Dopo pochi minuti è possibile effettuare una deviazione sulla destra lungo un ghiaione (bolli sulla roccia più in alto sulla nostra destra salendo) per visitare la “Grotta dei Pagani”.
La deviazione richiede di risalire per circa 150 m fino ai 2259 m della grotta.
Proseguendo invece per il sentiero 315 si costeggia tutto l’anfiteatro fino a quota 2213 m dove si scende leggermente verso il Passo di Pozzera (2126 m), ignorando la deviazione per il Rifugio Olmo (scritta con vernice su masso “Rif. Olmo difficile”). 150 m di dislivello 30’ senza deviazione alla Grotta dei Pagani, circa 300 m di dislivello 1h con deviazione.
Superato il Passo di Pozzera si segue il sentiero 320, ignorando le tracce che scendono sulla sinistra idrografica della valle, in direzione del Rifugio Olmo.
Prima di giungere al rifugio si devia sulla sinistra per la Malga Presolana lungo il sentiero 318.
Il sentiero dapprima scende lungo un prato accanto a una frana (bolli rossi) e poi diventa più evidente in corrispondenza di una palina segnavia.
Scendendo lungo il percorso si incontra un abbeveratoi in corrispondenza del quale un’evidente traccia di sentiero si stacca sulla sinistra, apparentemente in direzione del Colle della Presolana.
Ignorare questa traccia, che si perde nei boschi, e proseguire la discesa fino a un secondo abbeveratoio.
Poco sotto si incrocia il sentiero 319 (carrozzabile in questo tratto in prossimità della malga) a quota 1542 m. 542 m di dislivello in discesa 40’.
Svoltare a sinistra e seguire brevemente il sentiero 319 in piano fino al greto di un torrente, dove, sulla sinistra, si vedono dei bolli rossi senza indicazioni.
Seguire questo bolli che portano su un sentiero che inizialmente traversa decisamente a sinistra e poi ritorna nella valle sotto il Colle della Presolana (1698 m) dove di arriva con comodo sentiero tra qualche roccia rotta. 156 m di dislivello 25’.
Scavalcato il Colle della Presolana ignorare il sentiero che scende a destra verso Malga Cornetto e ridiscendere dritti per facile sentiero che si collega presto a una carrozzabile che porta agevolmente in prossimità del parcheggio (sempre per il segnavia 319). 401 m di dislivello in discesa 45’.

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